VUOTOCICLO

Luigi Francischello

Una voce che è una miscela di colori diversi, che sembrano essere presi a caso da una immensa tavolozza e sono invece scelti con cura; una voce graffiata e graffiante: è quella di Tom Waits, grande cantautore statunitense che nei suoi testi crea racconti dettagliati di angoli di vita, soprattutto notturna. “Racconta storie” che procedono per sensazioni, sguardi furtivi, flussi di coscienza…: un insieme di pennellate essenziali, che seguono un disegno preciso e lo arricchiscono di sogni.
E’ quanto si può osservare, ammirare e leggere in “Raindogs 196”, un’opera che sembra si possa anche ascoltare, come fosse nata direttamente dalle note emesse da Tom Waits.
L’opera “Raindogs 196” di Luigi Francischello è parte di una serie di opere (Raindogs), realizzate tra il 2001 e il 2007, ispirate proprio all’ album di Tom Waits “RAIN DOGS”. Luigi Francischello si lascia trasportare dalla musica in un viaggio alla scoperta di se stesso; scrive infatti: <<penso che inconsciamente mi sono sempre sentito un animale sociale e un cane randagio al contempo, dove le contraddizioni, le difficoltà nel relazionarsi con l’altro, mi spingono nel vagare all’interno per ri-conoscere l’altro.>>
I Rain Dogs sono cani che vagano per le strade alla ricerca della propria casa, dopo che la pioggia ha annullato gli odori, e quella di Francischello è una metaforica “ricerca della propria casa”, un’introspezione che si traduce in una rinascita emotiva, collocandosi così, in un modo alquanto interessante, nella macrotematica de “le Ceneri della Fenice”.

a cura di Pina Meriano

image host

Lascia un commento